La psicoterapia è un percorso, dalla durata variabile, indicato quando la sofferenza presentata interferisce con la qualità della vita dell’individuo.
Quando ci si rivolge ad uno psicoterapeuta, spesso lo si fa da un lato con la speranza di cambiare e di risolvere i problemi da cui si è afflitti, dall’altro con la paura del cambiamento stesso e di essere delusi. Entrambe queste parti, così contrastanti tra loro, sono legittime e meritano di essere accolte e rispettate.
Il lavoro nel complesso è finalizzato a favorire lo sviluppo della capacità autoriflessiva e delle competenze relazionali e ad accrescere sentimenti positivi di vitalità e di autostima.
Centrale è la relazione (empatica, flessibile e reciproca) con lo psicoterapeuta, che è al tempo stesso fonte di informazioni e motore del cambiamento auspicato.
Come? Essa, grazie ad un atteggiamento del terapeuta aperto e non giudicante, diventa un luogo sufficientemente sicuro dove emergono spontaneamente le convinzioni emotive radicate ed i comportamenti autosabotanti del paziente. È dunque possibile conoscerli, esplorare i modi in cui si sono formati, ampliarne la gamma – ampliando così la possibilità di scelta delle risposte e dei comportamenti attuabili nelle varie situazioni – e sostituire vecchie modalità ed aspettative con modalità ed aspettative nuove e più soddisfacenti.
Il percorso si svolge su due livelli complementari: quello della conoscenza cosciente di sé e quello della nuova esperienza trasformativa che intanto accade in modo automatico.
Nel caso in cui la persona per cui si richiede la psicoterapia sia minorenne, ai colloqui individuali viene affiancato un percorso di sostegno alla genitorialità rivolto ai genitori.
(Se interessati a saperne di più, si veda l’articolo “Come deve essere la psicoterapia con un bravo psicologo e psicoterapeuta“)